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- Categoria: Cinema
- Pubblicato Lunedì, 14 Settembre 2015 12:58
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Sciarada (1963) di Stanley Donen |
"Io conosco già una tale quantità di persone, che finché non ne muore una, non posso proprio conoscerne un'altra"
Non poteva che presentarsi così, con tono altezzoso, Regina "Reggie" Lampert (Audrey Hepburn) al signore di mezza età Peter Joshua (Cary Grant) che cerca di corteggiarla mentre è seduta in uno Chalet sulle Alpi. Da qui in poi le loro vite si intrecceranno in una incredibile sequenza di fatti, spionaggio, omicidi, scambi di identità, fughe, tutto si sommerà in modo inaspettato per dare risultati imprevisti e difficili da gestire per i due protagonisti, proprio come in una "Sciarada". La "Sciarada" infatti è un gioco della vecchia tradizione enigmistica in cui secondo una formula, "A+B=AB", si sommano parole per darne un'altra di senso compiuto. Su questo gioca la trama del film magistralmente diretto da Stanley Donen.
Non poteva che presentarsi così, con tono altezzoso, Regina "Reggie" Lampert (Audrey Hepburn) al signore di mezza età Peter Joshua (Cary Grant) che cerca di corteggiarla mentre è seduta in uno Chalet sulle Alpi. Da qui in poi le loro vite si intrecceranno in una incredibile sequenza di fatti, spionaggio, omicidi, scambi di identità, fughe, tutto si sommerà in modo inaspettato per dare risultati imprevisti e difficili da gestire per i due protagonisti, proprio come in una "Sciarada". La "Sciarada" infatti è un gioco della vecchia tradizione enigmistica in cui secondo una formula, "A+B=AB", si sommano parole per darne un'altra di senso compiuto. Su questo gioca la trama del film magistralmente diretto da Stanley Donen.
Audrey Hepburn interpreta Reggie, una giovane donna che rimasta vedova si ritrova in un grosso guaio a causa del passato segreto del marito, che riemerso misteriosamente al suo funerale insieme a tre loschi individui la condanna ad una continua fuga per Parigi in cerca di una somma di denaro improvvisamente sparita nel nulla, in questo è aiutata dal ladro Cary Grant, ma attenzione in "Charade" nulla è ciò che sembra.

Questo non è un film che può essere classificato in un genere particolare, uno dei suoi pregi più grandi è infatti quello di unire sapientemente molti fili narrativi del cinema, la commedia, il giallo, il thriller, il romanticismo, tutti perfettamente calibrati in modo che si sommino perfettamente per dare il risultato voluto. Non era facile rendere in immagini la complessa trama scritta da Peter Stone, ecco che allora il talento di Stanley Donen viene fuori.
Maestro dei musical cinematografici il coreografo e regista americano riesce con molta disinvoltura a tenere le redini della pellicola, la sua esperienza con i film musicali, dipendenti fortemente da ritmo e equilibrio nelle scene, viene fuori e riesce a realizzare un film dai tipici incastri presenti nei musical (per esempio la continua alternanza tra scene corali e scene individuali) anche senza musica e canzoni.
(...) La suspence è uno degli elementi principali del film, c'è molto Hitchcock, ma ci sono anche molti elementi tratti da "James Bond", allora erano usciti i primi due films della serie e il pubblico incominciava ad apprezzare le storie di spie e complotti. Ma anche l'ironia vuole la sua parte, e nella scelta del cast solo la Hepburn e Grant potevano dare ai due personaggi tutti i giusti connotati; il personaggio di Reggie è molto particolare, è completamente disorientata dai fatti che le piombano addosso, alterna paura a gioia, lacrime a sorrisi, sembra una figura facile da condizionare e assoggettare, ma come spesso accade con i ruoli interpretati da Audrey questi hanno sempre qualche carta vincente nascosta nel loro cuore. Grant, ormai alla fine della sua carriera contribuisce a dare alle mille identità del suo personaggio la credibilità necessaria, perfetto quindi.
Ambientazioni splendide in una Parigi diversa; non più da cartolina, e una fotografia molto bella fanno il resto, insieme ad una colonna sonora fenomenale firmata da Henry Mancini, non si può sbagliare il compositore americano, quando c'è Audrey Hepburn riesce a dare alle sue musiche un tocco sognante che lascia senza fiato, basta guardare gli incredibili titoli di testa realizzati in puro stile 60's con le due frecce viola che si rincorrono accompagnate dal tema portante per rendersene conto.
da: https://www.debaser.it
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